
TEMI
L’AUTORE: MARIO TOBINO
Mario Tobino (1910- 1990) nasce a Viareggio (Lucca). Accanto al suo lavoro di scrittore è impegnato per ann icome medico presso diverse strutture psichiatriche, in particolare l'ex ospedale psichiatrico di Maggiano, nella provincia di Lucca. Nei suoi numerosi romanzi e racconti ritorna a più riprese il tema della follia nelle sue varie forme e come fenomeno sociale di emarginazione. Il nostro interesse si concentra in particolare su tre delle sue opere: Le libere donne di Magliano, una delle poche opere tradotte anche in tedesco, è composto da scene che raccontano il quotidiano nel "manicomio" di Maggiano durante la permanenza dell'autore ("un castello che contiene 1039 matti, circa duecento infermieri, 19 suore e (!) un medico"). Il figlio del farmacista: una raccolta di racconti che si muovono tra una prosa realistica e autobiografica e lirici ricordi. Sulla Spiaggia al di là dal molo: racconti di mare, di navi e marinaisi alternano agli schizzi della vita di Viareggio tra glianni 20' e 40'. Sebbene i testi di Tobino non siano formalmente nati per il teatro, si scoprono estremamente teatrali perl'atmosfera e la musicalità che sprigionano. La stessa forma frammentaria e le nitide istantanee che disegnano scene e figure, si prestano ad essere lavorate in un contesto teatrale. A livello contenutistico la domanda che cosa rappresenti e significhi "follia", chi siano davvero questi "folli", è sempre presente nelle riflessioni dell'autore e di un'attualità sorprendente il modo in cui tale domanda viene formulata, dimostrandosi grande precursore rispetto al suo tempo.
IL MOTIVO DELLA NAVE DEI FOLLI
Accanto al materiale letterario di Mario Tobino punto centrale d'interesse del progetto è il Leitmotiv della nave dei folli. La nave dei folli, su cui venivano raccolti gli esclusi e gli espulsi, è stata da sempre fin dal medioevo, letterariamente per Sebastian Brandt e pittoricamente per Hieronymus Bosch tra gli altri, simbolo di scandaglio dei margini dell'Ordine costituito, un cupo e fragile anello tra mare e terra. Questo non solo per riflettere in maniera critica sulla situazione dell'epoca ma anche per formulare un'Utopia. La Nave, a livello simbolico, è il mezzo di comunicazione tra mondi differenti: mette in collegamento porti diversi ed è un medium che si inoltra nel terreno dello sconosciuto, dell'acqua scura (Dunkle Wasser), dell’illusione o della mania. Come Foucault ci ricorda infatti "solo i folli sanno affrontare il pericolo del mare". Il folle è l'ultimo coraggioso, il passeggero per eccellenza, che si inoltra nell'inindagata zona di confine e la oltrepassa. Sono allora i fuggitivi che dall'Africa scappano verso Lampedusa i nuovi passeggeri delle nostre navi di folli? O colui che si mette in cammino tra paesi culture e società, un folle nel migliore dei significati, un outsider, che con una libertà altra, nuova, guarda e descrive? Attraverso queste domande e attorno a queste tematiche universali ed attuali ad un tempo, vogliamo leggere oggi l'opera di Mario Tobino.